Fall Guy e la celebrazione del non-eroe: La recensione

Dal 1 Maggio sarà disponibile in tutte le sale in nuovo action-thriller, dal tono dramedy, prodotto dalla Universal Pictures, The Fall Guy. Noi di Bee Chronicles News abbiamo avuto il piacere di assistere all’anteprima del film diretto dal regista di Bullet Train’s, David Leitch. Il film, scritto da Drew Pearce, vanta un cast eccezionale, con Ryan Gosling, Emily Blunt, Aaron Taylor Johnson e Winston Duke.

La trama si basa sulla serie andata in onda negli anni ’80, da cui riprende anche il nome, e che narra le vicende di Colt Seavers, uno stuntman che, dopo un terribile incidente sul set, decide di tornare a lavorare nel mondo del cinema, finendo per essere progressivamente catapultato in una serie di situazioni che non hanno niente a che fare con il film e in cui rischia la vita. La serie degli anni ’80 raccontava di come Colt Seavers arrotondasse i suoi guadagni lavorando come cacciatore di taglie fuori dal set.

La trama

La trama di The Fall guy si discosta, raccontando di come Colt, dopo aver perso la fiducia in se stesso, viene convinto dalla produttrice Gail (Hannah Waddingham) a tornare a fare il suo lavoro proprio sul set di Metalstorm, il film d’esordio di Jody, la vecchia fiamma di Colt.

Il Colt di Pearce e Leitch vorrebbe semplicemente aggiustare le cose con Jody e riprendersi la sua vecchia vita, ma finisce per essere coinvolto in una situazione pericolosa di cui non vuole far parte. Il viaggio dell’eroe in questo caso parte da un personaggio esterno, Gail, che costringe Colt a proseguire nella sua “quest” alla ricerca dell’attore protagonista del film di Jody, Tom Ryder, che sembra sparito nel nulla.

Gli scontri

The Fall Guy è un film che punta alla celebrazione della vita da set nella sua totalità e, soprattutto, al making of dei Blockbusters che molto spesso vengono liquidati in poche parole. L’intento è quello di mostrare il lavoro dietro i film d’azione che tutti amiamo vedere ma a cui quasi nessuno rende la giusta importanza: Leitch, veterano stuntman, mostra cosa devono affrontare quelle figure molto spesso date per scontate e che nessuno annovera fra gli eroi, usando un tono leggero ma intelligente. Niente nel film viene lasciato al caso: le inquadrature, i colori, i dialoghi e persino i costumi sono pensati per inviare un messaggio funzionale.

The Fall Guy offre una divertente dimostrazione del dietro le quinte delle scene d’azione, con inseguimenti, incidenti, scontri corpo a corpo ed esplosioni, il tutto concentrato nella creazione di Metalstorm, che sembra una parodia scherzosa di Cowboys & Aliens e Dune. Non sono le uniche citazioni all’interno del film, in quanto si possono notare inquadrature che ricordano Drive (in cui il protagonista era sempre Ryan Gosling) e Black Panther, dato che in una delle scene finali Winston Duke esorta la sua squadra di stuntman con un urlo di battaglia che ricorda quello di M’Baku.

La Regia

Fin dall’inizio del film ci rendiamo conto che il tipo di regia che Leitch ha deciso di usare è estremamente narrativo: non è il solito tono usato dai film d’azione, in quanto vengono impiegati svariati generi per raccontare una trama a metà fra il verosimile e l’impossibile. Le inquadrature sono ingegnose, utili alla narrazione e al messaggio emotivo che si vuole trasmettere. Così come è funzionale la scelta delle lenti focali usate, che variano da quelle larghe, usate per i totali e i campi medi, e quelle strette, con cui Leitch crea dei primi piani e dei dettagli emotivamente carichi.

L’uso dei piani sequenza, specialmente nelle scene ambientate sul set, serve a dimostrare il caos e la velocità che effettivamente contraddistingue quel tipo di ambiente: il regista deve avere occhi ovunque e rispondere a tante domande fatte da persone diverse. Il piano sequenza dove Jody impartisce ordini e in cui non fa che ruotare su se stessa, mentre la macchina da presa la segue, è l’emblema della dinamicità e stress del lavoro del regista, che Leitch è riuscito a racchiudere in pochi istanti.

Un altro esempio plateale della bravura di Leitch è la scena dello split screen, in cui Colt e Jody conversano al telefono. Le loro azioni sono speculari, a sottolineare il legame ancora vivo fra i due, così come lo sono i movimenti di camera. I dialoghi mai scontati, ma, un po’ per bravura degli attori e un po’ per furbizia dello sceneggiatore, talmente spigliati che potrebbero appartenere a una conversazione di tutti i giorni. Niente sembra finto, così come la recitazione dei personaggi è ben curata e adatta al loro ruolo. La parola chiave di questo film è verosimiglianza.

Una grande personalità

Leitch usa ogni mezzo a sua disposizione per rendere viva la sua idea, scegliendo con cura anche i colori: vediamo Colt incorniciato sempre da gradazioni calde, tendenti al giallo e all’arancione, come se le tonalità fossero quelle adatte a descrivere meglio la sua personalità. È meraviglioso il modo in cui, soprattutto nella scena dello split screen, le palette dei due personaggi siano opposte: Jody è circondata da colori freddi, come a sottolineare che i personaggi siano su due lunghezze d’onda differenti, dato che ancora non si sono riappacificati. Leitch, però, fa evolvere anche la narrazione dei colori: nella scena del Karaoke, Jody è avvolta da una sfumatura più rossiccia, che mostra la sua rabbia nei confronti di Colt. I colori diventano tenui e della stessa tonalità ambrata dello stuntman quando quest’ultimo le confessa i suoi sentimenti al telefono, pensando che sia l’ultima chance che ha per scusarsi con lei. In quel momento le palette si sovrappongono, perché i personaggi si riavvicinano.

Non possiamo evitare di parlare del montaggio video, che svolge forse il ruolo più importante dal punto di vista narrativo. La velocità in cui si susseguono le inquadrature, così come l’utilizzo del montaggio alternato, aiuta lo spettatore a sentirsi partecipe non solo dell’azione ma dell’emozione dei personaggi stessi. La scena del karaoke e dell’inseguimento, montate alternando i punti di vista di Jody e Colt, aiutano la dinamicità del film e, allo stesso tempo, creano entusiasmo in chi guarda. L’idea è quella di aumentare la suspense e di creare il desiderio nello spettatore, che spera in una riuscita del piano di Colt.

La cura e l’attenzione nel coreografare anche gli scontri corpo a corpo alzano il livello del film: Leitch sfrutta la sua esperienza per creare movimenti credibili e coinvolgenti, aiutato sicuramente dagli effetti sonori, che hanno il loro peso, e dal rallenty, che rende il tutto ancora più epico. Una delle scene migliori è anche una di quelle in cui gli effetti speciali sono stati utilizzati maggiormente: si parla del momento ambientato nel pub notturno in cui Colt parla con uno spacciatore di droga, mentre è sulle tracce di Ryder. Dopo aver assunto, inconsciamente, qualche sostanza allucinogena, i colori e i movimenti di Colt sembrano improvvisamente quelli di un videogioco, con tanto di luci fosforescenti a ogni colpo inferto ai suoi nemici.

La colonna sonora

Oltre a essere oggettivamente divertente, è interessante che Leitch non abbia usato le solite inquadrature oblique e sfocate per rappresentare lo stato alterato di Colt, che invece sembra diventare il protagonista di un videogame fantascientifico.

È dovere concludere la recensione con una nota di merito alla colonna sonora. Anche in questo caso non hanno sbagliato un colpo, passando dagli AC/DC nelle scene d’azione, a Taylor Swift per un momento di debolezza di Colt, fino ad arrivare a “Against all Odds” di Phil Collins interpretata da Emily Blunt durante il karaoke. Quest’ultima scelta in particolare è stata molto intraprendente, poiché la canzone viene utilizzata durante il montaggio alternato, che prevedeva anche un inseguimento, e che ha reso il tutto non solo divertente ma anche più avvincente.

In conclusione, non possiamo non dare un “pollice in su” per un film che in realtà è un modo per celebrare le figure invisibili che rendono i film quello che sono. Magari, grazie a Fall Guy, finalmente gli stuntman avranno il riconoscimento che meritano e (speriamo) anche una categoria agli Oscar!

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